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Gianmaria Seveso - "Come Cambia Il Paesaggio Sonoro"



“Siamo nel mezzo del periodo di quarantena imposto dalle forze di Governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Coronavirus. Dopo quasi tre settimane di permanenza forzata nella mia abitazione, mi sono reso conto che, non solo le nostre abitudini sono cambiate radicalmente, ma aguzzando l’orecchio, anche il paesaggio sonoro che ci circonda è cambiato.”

Ho deciso quindi di mettere per iscritto, ma vorrei anche rendervi partecipi in prima persona, di quello che realmente sta accadendo.


- Introduzione

Prima di iniziare è necessario però andare a capire cosa si intende per “Paesaggio Sonoro”.

L’espressione venne coniata dal compositore canadese Murray Schaefer nel corso degli anni ’70. Il riferimento teorico è molto ampio (lo stesso compositore ha scritto un libro in merito a questo argomento), quello che più interessa nel nostro contesto dell’articolo è che fa riferimento anche all’ambiente acustico naturale composto da natura, animali e uomo.

Con questo concetto chiarito, andiamo adesso ad analizzare quelle che sono le mie impressioni.

- Analisi

Tutte le registrazioni e le analisi sono state realizzate nel corso di una singola giornata, a distanza di circa 5 ore l’una con l’altra, mantenendo invariata la posizione di ascolto. L’obiettivo è quello di creare una specie di diario sonoro per vedere come la “voce” del paesaggio che mi circonda muta durante l’intera giornata.

N.B.: Il video è stato volutamente montato con l’aggiunta di una sfocatura per dare la massima importanza al livello sonoro e si consiglia l'uso delle cuffie per l'ascolto.

Il mio ascolto critico inizia intorno alle 10 della mattina di mercoledì 25 Marzo, abitando a ridosso di una strada ad alta frequentazione, già preparando il materiale e ancora prima di iniziare a registrare, le orecchie si sono accorte di qualcosa di diverso. Infatti la mattina il traffico è continuo e molto intenso, ma oggi no: le poche macchine che passano sembrano scaglionate in modo che nessuna si incroci con l’altra. Tutto ciò fa emergere altri suoni circostanti, come per esempio gli uccellini che abitano gli alberi retrostanti del parco, oppure i suoni delle persone delle case circostanti che si occupano delle faccende domestiche.


Verso le 15.30 mi sono rimesso nella stessa posizione e ascoltato nuovamente ciò che stava succedendo. Si ripresenta la stessa situazione delle ore precedenti, il suono assordante della strada lascia il paesaggio sonoro incontaminato per altri suoni della natura. In questo caso si possono sentire distintamente l’abbaiare dei molti cani dei vicini, il richiamo di un volatile e ancora il leggero vento che caratterizza la giornata infrangersi tra i rami e le foglie.

La cosa che mi ha colpito maggiormente è stata la definizione nel sentire distintamente un calabrone che stava esplorando i fiori sbocciati sul ciliegio in primo piano: L’assenza di macchine sulla strada fa emergere anche il più piccolo suono emesso anche da un insetto cosi piccolo.



Il sole è appena tramontato, sono circa le 19, sono pronto ancora una volta a sentire quello che il paesaggio sonoro ha da dire.

Le poche macchine che ci sono saranno presumibilmente gli ultimi lavoratori che rientrano a casa. Ancora una volta il poco traffico mi consente di ascoltare tutta una serie di suoni che altrimenti sono coperti, come per esempio ancora l’abbaiare dei cani del vicinato, la coda di un aeroplano che sorvola i cieli e ancora il vento che si è fatto leggermente più freddo e invasivo.



É da poco passata la mezzanotte, e sono per l’ultima volta sul mio balcone per l’ascolto nella notte. Quest’ora è senza dubbio, per me, la migliore della giornata. Come di consueto il traffico diminuisce, ma mai come oggi: stanotte non passa propio nessuno (solo le forze dell’ordine poco prima di iniziare a registrare). Questo silenzio, insieme al buio della notte fa emergere un’altro mondo parallelo. Come detto non passa nessuno, nessuna macchina e anche nessun treno.

Gli unici rumori che si sentono sono quelli della natura che dorme, tutto tranquillo tranne l’apertura di un cancello solo per portare fuori la spazzatura. In lontananza si sentono anche le poche macchine di passaggio sulla statale che dista circa 1 km, e forse un programma televisivo proveniente da una casa limitrofa che avrà tenuto le finestre aperte (oppure anche il volume troppo alto).



- Conclusioni


Dopo aver passato la giornata a determinare come il paesaggio sonoro si sia modificato in questo periodo particolare, concludo questo mio “esperimento” constatando che tutti gli elementi sonori emersi in primo piano durante il giorno, e che vi ho fatto notare nelle varie descrizioni, sono sempre stati presenti e che sempre saranno presenti nel nostro paesaggio sonoro circostante ma vengono poi “coperti” da rumori più dominanti, ad esempio il traffico cittadino, che seppur in maniera lieve, va a ledere quella che è la quiete dell’ambiente naturale.

Essendo quasi in centro città, e distante da autostrade e aeroporti, possiamo definire questo “traffico” come un primo inizio di quello che gli esperti definiscono “inquinamento acustico”. A tal proposito va ricordato che quest’ultimo trova anche riferimento nel diritto italiano con la legge “Quadro sull’inquinamento acustico” L. n° 447 del 26 ottobre 1995.


- Parte Tecnica



I contenuti che avete visto sono stati girati con l’ausilio di iPhone per quanto riguarda i video, e uno Zoom H6 con capsula XY per la registrazione audio.

Il tutto è stato successivamente montato usando un personal computer.




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